Sono
passati ormai (dipende dai punti di vista) diciottanni da quando
Renzo Arbore, grande appassionato di tutta la musica e profondo
estimatore della Canzone Napoletana Classica, volle inseguire
un suo personale "sogno": quello di far nascere una
sua orchestra, un' orchestra "italiana" con chitarre,
mandolini, voci e cori dei musicisti, percussioni, fisarmonica
e tastiere, per rilanciare in Italia e all'estero la Canzone
Napoletana Classica. Partito dal modello un po' naif delle orchestre
napoletane, quelle dei primi del '900, dove le voci ricche di
pathos dei cantanti si sposavano con i ritmi coinvolgenti delle
strade di Napoli, recuperato in prima fila il suono dei dimenticati
mandolini, Arbore si diverte anche a sperimentare originali
contaminazioni con alcune sonorità e ritmi: rock, blues,
country, reggae, sudamericani. Immesse così nuove energie
ritmiche a supporto di inedite ed accattivanti sonorità,
Arbore e L' Orchestra Italiana riescono a riportare all' attenzione
del grande pubblico, italiano ed estero, la melodia classica
napoletana come musica di oggi, ancora viva e capace di esprimere
le emozioni più intense e travolgenti. Impresa non facile
né scontata, anzi controtendenza. Perchè la "Canzone
Napoletana" per eccellenza, la grande tradizione "senza
tempo" e "senza mode" era (diciottanni fa
)
considerata da molti artisti e critici (ma non dai napoletani
sapienti e colti)
"fuori moda", espressione
di una Napoli "che non c'era più" addirittura
di una Napoli "da cartolina", di una Napoli da "pizza
e mandolino". Riuscire, se non a sconfiggere, almeno a
neutralizzare questo stereotipo angusto e far rivivere il "nuovo/antico"
suono di Napoli con rinnovata emozione nonché ritrovata
dignità nei grandi teatri d' Italia e del mondo, è
stato il sogno/scommessa di Arbore divenuto realtà. Dopo
il debutto internazionale dell' "Orchestra Italiana"
al prestigioso Montreux Jazz Festival (1991), in cui Renzo Arbore
fu battezzato da Quincy Jones come "The new italian renaissance
man"...della musica e dello spirito creativo italiano,
seguono centinaia e centinaia di concerti nei principali teatri
e piazze d'Italia e poi quelli indimenticabili al Radio City
Music Hall, al Madison Square Garden ed alla Carnegie Hall di
New York, alla Royal Albert Hall di Londra, all'Olympia di Parigi,
sulla Piazza Rossa di Mosca, e tanti altri ancora in Canada,
Australia, Brasile, Giappone, Argentina, Venezuela, Tunisia,
Spagna, Montecarlo, Malta etc. fino ad arrivare, agli inizi
del 2007, alla strepitosa accoglienza avuta in Cina nei teatri
di Pechino, Shanghai, Hangzhou,Tianjin e Nainjin .
Nelle mani di Arbore e dei suoi 15 talentuosi musicisti (tutti
grandi solisti del proprio strumento) sono tornate così
a risplendere di nuova luce alcune preziose gemme di questo
patrimonio, in una costante rivisitazione in cui viene esaltata
la poesia, il divertimento, la straordinaria "bellezza",
la "contemporaneità". Ricordiamone alcune:
"Era de maggio", "Voce 'e notte", "Luna
Rossa" "Malafemmena", "Dicitincello vuje"
, "Reginella", "Munasterio 'e Santa Chiara",
"Comme facette mammeta", "Aummo aummo",
" 'O Sarracino", "Chella lla" etc. ma anche
"Silenzio cantatore", "Scetate", "Mandulinata
a Napule", "Ll' arte d''o sole", "I' te
vurria vasà", "Na sera e maggio", "Canzone
appassiunata", "Te voglio bene assaje", "Canzone
marenara" e tante altre "prudentemente" rivisitate.
Grandi anime e voci ispiratrici quelle di Roberto Murolo e Renato
Carosone, affettuosamente ricordate da Arbore in ogni suo concerto.
Con i primi tre dischi "Napoli. Punto e a capo." ('92),
"Napoli.Due punti e a capo." ('93) e "Napoli.
Punto esclamativo!" ('95), la canzone napoletana classica
entra per la prima volta nella storia della discografia ai vertici
della hit parade. (Aihmè tra l'invidia di molti
).
Ed intanto i giornali dal nord al sud titolano: "E Napoli
nobilissima torna a cantare"
"Arbore ricanta
Napoli"
"Arbore, il napoletano vuol riunire l'Italia"
"Musica
per una nuova immagine dell' Italia"
"Atto d'
amore per Napoli ed il Sud"
Ed effettivamente, "Napoli.
Punto e a capo" diventa il suo personale slogan. Arbore
non ha mai rinunciato infatti a credere che da una scintilla
di una di queste canzoni possa riemergere questa città
nobilissima, il più grande focolaio di artisti - della
musica e della parola- del nostro Paese.
Segue nel '96 un quarto album "Pecchè nun ce ne
jammo in America?", che oltre a contenere altri classici
napoletani, si caratterizza per un singolo originale scritto
con Peppino Gagliardi e Beniamino Esposito, dove le due anime
arboriane, quella filoamericana e quella filopartenopea, pian
piano riescono a guardarsi dentro con maggiore obbiettività:
appunto
"Pecchè nun ce ne jammo in America?...
Sempre attento ad anticipare gusti e tendenze nella musica e
non solo, sensibile ad un'antica riflessione che dovunque nel
mondo i paesi del Sud hanno straordinarie coincidenze, punti
d' incontro: un comune sentire, vivere, gioire e soffrire, mangiare
e ballare, che li rende simili, come in unica grande patria
gli "Stati Uniti del Sud" , nel 1998 Arbore sforna
il quinto album dell' Orchestra Italiana intitolato (in inglese
maccheronico) "Sud(s)", nel quale, coi suoi compagni
di viaggio, si diverte a dare vita ad esotiche rivisitazioni
e ad inedite commistioni, ricostruendo suoni, atmosfere, scenari
e
profumi di terre e popoli lontani ma vicini, da Santo
Domingo a Portorico, da Cuba al Brasile, all' Africa. Con i
ritmi di questi paesi adattati alla "lingua napoletana".
Oggi, questi cinque album, con tutto il loro carico di autentiche
gemme della canzone classica napoletana e di alcuni divertissment
napol-arboriani, dopo annose richieste da parte del pubblico
di appassionati e di nuovi scopritori del repertorio di Renzo
Arbore e L' Orchestra Italiana, vengono ripubblicati a cura
della Warner Music in un prezioso cofanetto (3 Cd, 47 canzoni,
quasi 4 ore di musica per tutti i gusti e latitudini). Un cofanetto
triplo il cui titolo non poteva essere più appropriato:
"diciottanni di
CANZONI NAPOLETANE (
quelle belle)",
una grande festa di compleanno per la maturità dell'
Orchestra Italiana.
Renzo Arbore e L' Orchestra Italiana sono felici di condividere
i momenti emozionanti di questa loro "privata" ricorrenza
con il grande pubblico del Teatro Sistina di Roma nei 5 concerti
che si terranno dal 28 novembre al 2 dicembre 2007, a Napoli,
al Teatro Augusteo, dal 6 al 9 dicembre e successivamente l'11
a Catanzaro, al teatro Politeama.
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